Descrizione Cult Movie...

Cult movie è un termineinglese utilizzato per indicare un film che, spesso al di là dei mezzi economiciimpiegati per produrlo e malgrado il suo successo o insuccesso commerciale,finisce per diventare col tempo un oggetto di culto per l'insieme deglispettatori o, più spesso, per una determinata cerchia di affezionati.I "cultmovie" possono appartenere a qualsiasi genere cinematografico. Spesso si trattadi pellicole a basso costo, nate con scopi esclusivamente commerciali: i filmdell'orrore, i film di fantascienza e i film appartenenti al filoneexploitation sono tipici esempi di cultmoviegenerazionali. . . . . . . . . .

07/01/14

Addio Run Run

(ANSA) - HONG KONG, 7 GEN - E' morto all'età di 107 anni Run Run Shaw, il creatore dell'industria cinematografica di Hong Kong, l'uomo che ha lanciato Bruce Lee. Shaw è morto a casa sua nella mattinata di oggi, secondo quanto dichiarato dalla televisione TVB, una delle principali catene televisive dell'isola, fondata da Shaw stesso. 

Perché questa notizia?
Shaw Ren Leng, Meglio conosciuto come Sir Run Run Shaw (邵逸夫)  assieme al fratello Run Me (邵仁枚)  fondano la casa di produzione cinematografica Shaw Studio una tra le più prolifiche case che siano mai esistite di film  “di genere”.Lo studio realizzò il primo film di Hong Kong con il marchio 《白金龍》 (che si traduce come "dragone di platino", o uno dei termini dello slang che definiscono una "pistola") nel 1934.
I fratelli Shaw riuscirono persino a creare un genere tutto loro: gli attori, l'etica dei loro film, la grafica violenta e da splatter, le forti caratterizzazioni dei personaggi, il passaggio dal chambara movie al kung fu movie divennero perciò i marchi di fabbrica del cinema di Hong Kong d'autore degli anni settanta.



I fratelli Shaw diedero lavoro a una schiera immensa di talenti, che include i registi King Hu, Lau Kar-leung e Chang Cheh. King Hu fu presto un regista, che è meglio ricordato per il suo film Come drink with me, un film di arti marziali che annovera una figura femminile (Cheng Pei-pei che interpreta Golden Swallow) protagonista e si racchiude intorno alla storia d'amore nel mondo delle arti marziali piuttosto che intorno alle rapide azioni e i cosiddetti racconti della Confraternita.




Tutto questo è un pretesto per parlare del film di arti marziali che preferisco e che per mio parere deve essere incoronato miglior film del genere:

36ª camera dello Shaolin  (Shao Lin san shi liu fang) 


Paese di produzione Hong Kong
Anno 1978
Durata 115 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere arti marziali
Regia Liu Chia-Liang
Soggetto Ni Kuang
Sceneggiatura Liu Chia-Liang
Produttore Run-Run Shaw & Raymond Shaw
Casa di produzione Shaw Scope
Distribuzione (Italia) AVO Film

Trama: Il giovane studente Yu Te (Gordon Liu fratello adottivo del regista, è un praticante dello stile tradizionale Hung Gar ed ha una vasta carriera nel mondo dei film sulle arti marziali.
Ha anche interpretato il ruolo di Pai Mei in Kill Bill vol.2 e quello del capo dell’esercito di O-Ren Ishii in Kill Bill vol.1, entrambi di Quentin Tarantino.)
Per vendicare la morte del maestro da parte dei funzionari del governo, che avevano scoperto i due aiutare la resistenza contro gli oppressori tartari,Yu Te si reca al tempio Shaolin per imparare la tecinca del kung fu e vendicarsi del maestro. Nel tempio ci sono 35 camere, ed in ognuna si insegna una tecnica del kung fu in un crescendo di difficoltà. Superate tutte le prove gli viene offerto di guidare una delle camere, ma uno dei maestri non è d'accordo perché pensa non sia ancora pronto e lo sfida dandogli la possibilità di scegliere l'arma con cui combattere. Yu Te perde la sfida, ma questo è uno stimolo per lui a migliorarsi e si allena, sfidando il maestro cambiando ogni volta arma e cercando di adattarsi alla tecnica dell'avversario. La pellicola prosegue con un susseguirsi di combattimenti spettacolari, fino alla conclusione ovviamente positiva dove l'eroe vince sempre, come in ogni film di questo stampo. Partendo dalla ovvia incapacità di affrontare un combattimento di arti marziali il protagonista arriva piano piano, dopo esercizi estenuanti, rassegnazioni,rinunce,ricordi del maestro morto, alla completezza fisico spirituale e alla determinazione nel affrontare ed eliminare i “cattivi di turno”.



Visto ai giorni nostri il film può far storcere il naso per la sua pochezza nella fantasia della trama o nei dialoghi molto stereotipati.
Rimane il fatto che visivamente il film ha pochi eguali: le scene di combattimento, interpretate da attori che presumo siano veri maestri di kung fu, sono eseguite con una precisione ed una grazia che non possono essere raggiunte ne dalla miglior computer grafica, ne dai più moderni effetti speciali.
Gli allenamenti sono veri e  Gordon Liu li affronta con fatica (lo si vede dal sudore vero e dai muscoli in tensione perenne) ma determinazione. 
Quindi racchiudendo tutto in una sola frase  Shao Lin san shi liu fang deve essere visto, almeno per capire da dove molti hanno preso spunto per i film d'azione o di arti marziali (si ok ci sono altri film belli del genere tipo Drunken Master (1978)"Jui kuen"), però questo vi rimarrà nel cuore.

Di 36ª camera dello Shaolin sono stati girati 2 sequel: Ritorno alla 36ª camera e I discepoli della 36ª camera. Non sono belli come il primo, ma per avere una completa visione delle avventure del nostro protagonista si possono vedere.


Addio grandissimo  Sir Run Run Shaw grazie alla tua mente alla voglia di arti marziali, assieme a tuo fratello avete creato il più grande studio cinematografico di chambara movie e di kung fu movie .









01/01/14

La grande bellezza (2013)



USCITA CINEMA: 21/05/2013
GENERE: Drammatico
REGIA: Paolo Sorrentino
SCENEGGIATURA: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
ATTORI:
Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Roberto Herlitzka, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi, Luca Marinelli, Giulia Di Quilio, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero, Pamela Villoresi, Carlo Buccirosso, Ivan Franek, Stefano Fregni


Trama in 5 righe: Il nuovo film di Paolo Sorrentino, interpretato da un cast di grandi attori italiani. Roma si offre indifferente e seducente agli occhi meravigliati dei turisti, è estate e la città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva. Jep Gambardella ha sessantacinque anni e la sua persona sprigiona un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È un giornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità in una Roma che non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza.


Per fare una recensione anche parziale di questo film non basterebbe un libro, ma proverò nelle poche righe che seguiranno di condensare tutto quello che ho in testa, cercando sopratutto di far capire perché questo film merita di essere visto da tutti, quindi iniziamo!
La storia che viene narrata nel film è ambientata a Roma..... anzi cancellate tutto; Roma è la protagonista indiscussa di questo film coi suoi vicoli, con i suoi monumenti religiosi e non, con la sua vita notturna fatta di vizzi trasgressioni e pettegolezzi. 
Subito dai primi minuti si capisce come il regista Paolo Sorrentino ami questa città e la voglia osannare in ogni minuziosa inquadratura, dalle prime immagini si capisce anche come Sorrentino voglia omaggiare il grande maestro Federico Fellini e le sue più riconosciute e blasonate opere come “La Dolce Vita”.
Ma in questo film ci saranno degli attori? 
Partiamo dal protagonista Toni Servillo, o se volete “Jep Gambardella” come è chiamato nel film, scrittore affermato (di un solo libro L'apparato umano  scritto negli anni 70' ma che ancora oggi vene riconosciuto tra i migliori libri scritti in Italia nell ultimo secolo),un giornalista di costume e critico teatrale navigato che vive la sua vita tra feste mondane in una Roma così immersa nella bellezza del passato, quanto distrutta dallo squallore del presente. E Toni Servillo nella sua immensa bravura come attore (vedi “Gomorra”) riesce benissimo ad entrare nel personaggio a renderlo malinconico del suo passato, del suo primo amore e renderlo cinico e spietato del presente che lo circonda, fatto di pseudo “artisti” new age e di scrittori di teatro in fallimento e depressi.

“Volevo diventare il re dei mondani, non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire”

Tra gli altri attori una menzione speciale va a Carlo Verdone o nel film chiamato “Romano” che interpreta uno scrittore di teatro innamorato di una ragazza cocainomane che non lo considera ma si serve di lui, sull orlo del fallimento e di uno stress psicofisico che lo potrebbe portare alla pazzia. Verdone interpreta il personaggio come solo lui sa fare ansioso pieno di paranoie e depresso, posso dire che secondo me da subito il regista ha creato nella sua opera questo personaggio sulle capacità recitative di Verdone perché è fin troppo azzeccato.
Altra grandissima sorpresa per mio modesto parere è la recitazione di Sabrina Ferilli che interpreta “Ramona” una ballerina di nightclub ormai sul viale del tramonto ma che si ostina a continuare per la sua strada  (e sì si vede nuda se volevate saperlo). Sabrina è bravissima ad interpretare il ruolo della “bella ma stupida”  sopratutto quando fa la conoscenza del nostro Jep e come si propone a lui.



Non solo gli attori principali citati da me prima meritano la visione di questo film ma anche tutti i vari comprimari o i personaggi che fanno da sfondo alla trama come la divertentissima capa di Jep o la governante vietnamita  di casa sua che ogni sera subisce la distruzione dell'appartamento da parte degli invitati cocainomani del protagonista. 
Oltre che le immagini bellissime di Roma e la bravura degli attori la Musica, la colonna sonora fa da congiunzione, da  ingrediente che amalgama il tutto, per creare un opera che non si vedeva in Italia da molto tempo, un opera che per il mio modesto parere può, anzi deve vincere l'oscar almeno come miglior film straniero.


“Roma è collettivismo puro”


Tirando le conclusioni non posso dire altro che, Guardate questo film anzi Guardatelo più di una volta perché di sicuro vi sarà sfuggito qualche riferimento o qualche particolare o anche solo per rivedere la Ferilli nuda.